A chi non è mai capitato di parlare con un amico o un coetaneo della "naia"; indipendentemente dal corpo dove uno l'ha vissuta, riaffiorano sempre ricordi, episodi, momenti particolari che hanno contribuito in grande o in piccola parte a dare un'impronta e molte volte anche una svolta alla propria vita.

 

Certamente il periodo di naia è stato un momento particolare per parecchi di noi; abbiamo lasciato, se pur per un anno, le nostre famiglie, gli amici, il nostro solito modo di vivere quotidiano per avventurarci in un "ambiente" sconosciuto, un mondo completamente diverso.

 

Penso tutti, prima di partire, abbiamo cercato di capire a cosa potessimo andare incontro e a tale proposito ci rivolgevamo a chi aveva fatto il militare prima di noi e nella maggior parte dei casi ci sentivamo dire che la naia non serviva a niente, che era tempo perso.

 

Ma c'era fortunatamente anche chi ci diceva il contrario, chi era partito con l'intento di lavorare, di dare il proprio contributo anche in un ambiente nuovo e diverso da quello abituale, di fare qualcosa di utile per il proprio Paese, con la coscienza di chi vuol maturare e aiutare a far maturare gli altri.

 

Sta il fatto che comunque siamo partiti, chi in fanteria, chi in aviazione, chi in marina, chi negli alpini, chi nei carabinieri e chi, come il sottoscritto (e pensare che mi volevano alpino perchè in Veneto sono tutti alpini), nei paracadutisti.

 

Era il 16 gennaio 1979.

 

Ora a distanza di circa vent'anni, con lo spirito del ventenne di allora, ho iniziato a creare questo sito, chiamandolo "Folgore 79", con lo scopo di rivalorizzare (sempre che ci riesca) l'opera di chi ha lavorato, anche se solo per un anno, nella Folgore e precisamente alla caserma Gamerra di Pisa, allora sede della Scuola Militare di Paracadutismo.

 

La finalità comunque è duplice, da una parte vorrei far conoscere ai "non addetti ai lavori" cosa vuol dire essere un paracadutista della Folgore, e dall'altra mi piacerebbe rievocare quelle "comuni emozioni" a chi come me ventenne non lo è più ma mantiene sempre nel cuore quello spirito di corpo che ci unisce.

 

Qualcuno ci ha detto  ".......Voi siete gli arditi del cielo e della terra......."

 

Dino Ros

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