Estate'93:
mi presento alla S.MI.PAR. di Pisa per l'arruolamento di leva.
Sabato 04/09/93 giuro fedeltà alla Patria e il lunedì
successivo comincia il corso palestra (di
paracadutismo vincolato militare). Ma proprio quando
deve essere l'inizio di una carriera qualcosa comincia ad andare
storto. L'istruttore decide che io debba
essere il capro espiatorio del gruppo ove
si possa concentrare l'attenzione di tutti per dimostrare quanto
sia sgradevole il non attenersi alla sua
autorità.
Per
esempio, durante le lezioni
teorico-pratiche non si lascia scappare nessuna mia minima
distrazione per richiamarmi con arroganza ed
interrogarmi con l'esclusivo intento di
farmi cadere in errore oppure mi rivolge subito prima e durante
il salto dalla torretta delle urla spaventose;
probabilmente la qualità dei miei salti
non é superiore alla media ma sicuramente non troppo inferiore.
Morale
della favola: Non sono ammesso ai lanci. I miei fratelli di naja
si
brevettano
ed io rimango a terra. Mi rivolgo immediatamente al mio capitano
di compagnia che mi aggrega allo scaglione
successivo per il corso di paracadutismo.
Durante
una corsa d'allenamento prendo una storta alla caviglia:
non posso prendere dei giorni di riposo medico altrimenti
perderei il corso. Alla prova podistica
finale non riesco proprio a correre e devo quindi
escogitare un piano. Appena girato il primo angolo mi accovaccio
e lascio passare il gruppo, poi camminando
furtivamente mi reco dietro una siepe sul
rettilineo del traguardo. Qui comincio a "pompare" per
mantenere elevato il ritmo cardiaco e
respiratorio. Quando il gruppo arriva mi ci butto
dentro: é fatta! L'istruttore che ci viene assegnato é molto
esigente e severo: quasi la metà degli
allievi viene bocciata ma stavolta io riesco a passare.
Il numero dei non ammessi é così alto che il comandante di
battaglione decide di formare una commissione di
istruttori che sulla base delle prove
finali decide sulla sorte di questi: solo quattro di loro non ce
la fanno. Finalmente arrivano i giorni in cui
sono iscritto nei decolli per i lanci ma
sono tutti spiantati per il forte vento. Il terzo giorno,
nell'attesa che il vento si calmi, chiaccherando
nei piazzali con alcuni commilitoni sento
avvicinarsi un caporale istruttore che grida e ci intima di
seguirlo dal capitano di compagnia. Nell'ufficio di questi
veniamo accusati di aver fumato uno
spinello che il caporale tiene in mano. Ancora una
volta vengo perseguitato dal dubbio: Ancora un cane che ha
bisogno dell'osso premio dal padrone in questo sistema di cose ?
Il capitano ci sospende provvisoriamente
dai decolli in attesa che l'esame dell'urina confermi
l'effettivo uso di sostanze stupefacenti. Sono felice di
dimostrare le ignobili prassi che vigono
all'interno della scuola con lo scopo di creare
dei colpevoli da perseguire in nome dell'esempio. I giorni
passano, gli altri si lanciano ed io
rimango ancora una volta a terra. Mi rivolgo direttamente
in infermeria per ricevere dei dettagli in merito. Qui un'ASA
mi dice che l'urina non sarà mai esaminata
perchè é stato deciso che saremmo stati
comunque tutti puniti per scoraggiare simili comportamenti tra i
militari. Deluso ed incredulo mi reco negli
uffici del comando per parlare direttamente
con il comandante del 3° battaglione "Poggio Rusco"
il quale con distacco e freddezza, mi dice
che non solo non potrò più fare lanci ma a breve
sarò scorporato dalla brigata "Folgore" e trasferito
in un reparto di fanteria normale. In
realtà non sarò mai scorporato ma verrò trasferito al 187°
reggimento di Livorno senza il brevetto. Qui sembra che nessuno
riesca a sbloccare la mia situazione ma in
effetti nessuno ne ha interesse. Privo ormai
di ogni speranza di poter sfondare il muro di gomma della
burocrazia e delle consuetudini militari, decido di raccontare
in ultima istanza al cappellano militare. Questi, dopo avermi
ascoltato, solleva la cornetta del telefono.
Il
giorno seguente mi comunicano che l'indomani sarò al lancio.
Così
il giorno dopo riesco ad effettuare due lanci con il CMP55 ed il
giorno successivo un'altro con l'IRVIN80.
Otto gennaio 1994: riesco a prendere il brevetto
militare di paracadutismo. Faccio il corso VCC aggregato alla 5^
pipistrelli e parto per la Somalia (la 4^
falchi, compagnia fucilieri del mio
scaglione é la prima compagnia a non partire per fine missione
IBIS), prendo tutte le patenti
riconvertibili in civile (A-B-C-D-E), prendo i gradi
da caporale, li tengo addosso una settimana,
prendo quelli da caporal maggiore, si congeda il mio scaglione e
prendo quelli da sergente... e poi mi hanno pure chiesto di
provare a fare il concorso per rimanere in servizio permanente
effettivo!
Calogero
Grifasi
(Catania)
calogerogrifasi@hotmail.com
http://www.angelfire.com/ct/calogerogrifasi
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