Data:
16
marzo 2008 - 09:03
Oggetto:
partenza
per Pisa per il giorno 03/11/88 caserma SMIPAR
Arrivano
i 18 anni,visita militare a Lecce caserma Pico io ero
felicissimo andavo a fare la visita militare,mi riunisco
vicino la stazione del mio paese Manduria in provincia di
Taranto con altri miei coetanei,finalmente si parte dopo
circa un'ora arriviamo a Lecce scendiamo dal piccolo treno e
ci dirigiamo verso la caserma,arrivati un piantone ci chiede i
documenti e la cartolina della visita,dopo un pò ci fanno
entrare e ci portano in una grande sala ci spiegano
alcune cose e poi via si comincia con le visite mediche,durano
tre giorni ma al terzo giorno succede qualcosa ci portano in
una stanza molto grande, ci fanno sedere c'era anche il
proiettore dei film,arriva uno in divisa tutto massiccio
portava il basco rosso ci comincia a parlare dei parà di
quello che si faceva e dei lanci,ci fà assistere ad un
filmato dell'addestramento dei paracadutisti e dei lanci
dall'aereo,io rimasi sensa fiato ero rimasto folgorato di quei
ragazzi che riuscivano a fare tutte quelle cose.
Finito
il filmino il parà ci chiese se eravamo rimasti colpiti e se
qualcuno era interessato a firmare nei parà, nella sala si
sentiva sborbottare di tutto:quello è pazzo,io manco morto,li
si muore ecc...
Eravamo
circa 60 ragazzi,io con il braccio un pò tremante alzo la
mano ed alla fine eravamo solo in tre che accettammo,ci
portaro tutti e tre da un ufficiale, ed a uno alla volta entrammo
nella sua stanza dove ci fece un sacco di domande e dei test
psicoattitudinali,alla fine mi fece firmare un modulo ed
è fatta.
Rientriamo
nel nostro paese io ero felice di aver fatto quella
scelta,dopo circa un'anno una mattina io mi trovavo al
lavoro,a quel tempo lavoravo come intonachista,mi vedo
arrivare mio fratello con la bici e con una cartolina in mano
urlando:devi partire a militare! devi partire a militare!
Prendo
la cartolina la leggo partenza per Pisa per il
giorno 03/11/88 caserma SMIPAR
paracadutisti,io non stavo più nella pelle vado dal capo
mastro gli dico della partenza e vado subito via dal posto di
lavoro,avevo solo tre giorni di tempo per prepararmi e
partire, arriva la sera del due novembre avevo già salutato i
miei amici e parenti,
a
casa mia c'era molta tensione mia madre era molto preoccupata
perchè non mi ero mai allontanato da casa,è arrivò l'ora
dovevo andare a Taranto alla stazione per prendere il
treno,saluto mio padre qualche zio che si trovava a casa mia
quella sera e mia madre gli abbracci ed i pianti.
Mio
fratello mia sorella e qualche amico mi accompagnano alla
stazione,via si parte.
Viaggiai per
tutta la notte verso l'alba mi feci un giro nella carrozza del
treno e lì incontrai altri ragazzi che erano
diretti a Pisa nei parà, facciamo amicizia uno era di Taranto
l'altro di Grottaglie (Ta), e l'altro di Statte(Ta).
Arrivati
a Pisa scendiamo scendiamo dal treno eravamo tutti felici
facciamo il sottopassaggio,noi sempre euforici e con un
passo allegro da lontano però c'è qualcuno che ci
osservava ci avviciniamo era un caporale dei parà,con la
mimetica a chiazze basco rosso e sciarpa a rete,ci domandò:
dove state andando? Noi tutti e quattro rispondemmo con voce
abbastanza allegra:nei paracadutisti!
Tutto
dun tratto cambia tutto il caporale ci urla in faccia di non
ridere, tanto le cose stavano per cambiare ci fà salire le
scale del sottopassaggio dall'altra parte della
stazione, scopriamo tutta un'altra realtà,c'erano circa 150
ragazzi tutti incolonnati con la testa alzata e con le braccia
all'indietro alte fino a spezzarle,i caporali ci urlavano
nelle orecchie di non muoverci,dopo circa mezz'ora arrivarono
dei pulman che ad uno ad uno ci fecero salire, dentro ci
fecero un veloce lavaggio del cervello di quello che ci
aspettava in caserma.
Arrivati
in caserma scendiamo dal pulman tra le grida e gli insulti dei
caporali ci fanno stare almeno un'ora in piedi e poi a gruppi
ci portano in uno stabile c'era una scala ci fecero
salire al piano superiore il tempo non passava mai, una
volta salito di sopra c'era una stanza con dei militari chè
distribuivano tutto il necessario: lenzuola,coperte,crema da
barba, carta igienica ecc...
anche
loro ci gridavano di muoverci e ci sbattevano tutto in
faccia.
io
fui assegnato alla 7°compagnia pantere il mio caporale
istruttore si chiamava Trespidi credo che era di Pavia,nella
mia camerata capitò anche uno dei ragazzi conosciuti nel
treno era quello di Taranto,ci mettemmo insieme nel letto a
castello io sopra lui sotto, il giorno dopo ci portarono dal
barbiere della caserma che ci rasò i capelli a zero,d'allora
cambio la nostra vita non posso mai dimenticare lo
squadrazaini dovevamo farlo perfetto altrimenti la sera al
contrappello se ne trovavano uno un pò fatto male i caporali
ce li facevano mettere per terra e ci facevano marciare sopra
fino a distruggerlo,il giorno dopo lo dovevamo ricostruire
daccapo e così via.
oppure
il pavimento doveva essere lucido con la cera rossa,non
dovevamo lasciare un granello di polvere da nassuna parte
altrimenti erano guai,non posso mai dimenticare le sere di
libera uscita ci rifugiavamo in un bar nei pressi della
caserma smipar per poter dormire un pò seduti sulle sedie,il
freddo che faceva lì,
la
mattina quando ci svegliavano gridavano come pazzi svegliaaa
giù dalle brandeee....... io mi
trovavo nella prima camerata della 7°compagnia pantere, ancora
ce lò nelle orecchie e tutti di corsa ammassati nel bagno a
farci la barba,dovevi raderti perfetto altrimenti all'adunata
ci controllavano uno per uno e se rimaneva pure un
filo di barba erano guai la sera niente libera uscita,
quante flessioni per terra per ogni sbaglio commesso, ricordo
le cabine telefoniche vicino lo spaccio la sera andavo a
telefonare a casa a mia madre appena sentivo la sua voce mi si
riempiva il cuore di gioia ma al momento stesso mi veniva da
piangere soffrivo molto la mancanza di casa,li era molto dura
noi del sud forse io credo ci affezzioniamo troppo alla nostra
terra, al mare agli amici/e,e quindi erano giorni interminabili,man
mano che passavano i giorni i caporali chiedevano se qualcuno
voleva rinunciare a stare nei parà,e molti andarono via altre
destinazioni più tranquille,io invece o meditato molto a
volte veniva pure a me di andar via ma nel momento stesso
volevo farcela.
Dopo
un duro corso palestra e lanci dalla torre, arrivò il giorno
del primo lancio dall'aereo,dal c 130 io non avevo molta
paura,forse quell'inpressione del primo lancio di non aver
molta paura era di tutti,perchè sicuramente si aveva molta
paura al secondo lancio,ormai sapevi che quando si usciva
dalla porta dell'aereo l'impatto era tremendo!
Però
era bellissimo quando eri sù sembrava di essere in una favola
non posso mai dimenticarmelo.
Mi
brevettai a Pisa ed ebbi l'incarico di 30 a,assaltatore
fuciliere fui assegnato alla caserma vannucci di
Livorno,2° battaglione Tarquinia,10° compagnia draghi 2°plotone,
li
era anche molto dura il nostro capitano era Marco
Bedina, un brav'uomo convinto del suo
ruolo.
il
24/10/89 mi sono congedato,è stata un'esperienza unica non
posso più dimenticarmela,viva i parà
viva la folgoreeee!!!!!!!
DIMILITO
COSIMO DI MANDURIA(TA)
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