Pagine di Storia

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Il paracadutismo militare italiano  nasce con la Regia Scuola Paracadutisti dell'Aeronautica, a Tarquinia sul finire del 1939.

Si può dire che la lungimiranza delle dettagliate relazioni  fatte dal  Gen. Grazioli Francesco Saverio dopo aver visto tra il 1934 e 1935 le grandi manovre dell'Armata aviotrasportata Russa in Ucraina,  funsero    da spunto iniziale alla riforma delle  FF.AA. considerando la necessità di creare una forza di truppe aviotrasportate. 

Nel 1936 la Rivista di Fanteria pubblicò la prima  relazione sulle aviotruppe  e relativo impiego.

La Regia Scuola Paracadutisti dell'Aeronautica di Tarquinia, comandata dal Colonnello pilota Giuseppe Baudoin,  fu determinante per lo sviluppo delle aviotruppe in Italia. ..CHI SI FERMA E' PERDUTO...Nel marzo 1940 giunsero a Tarquinia i primi allevii istruttori, circa una sessantina tra ufficiali e sottifficiali che provenivano da tutte le Armi e Specialità dell'Esercito. Grazie alla passione e all'entusiasmo del Colonnello Baudoin,  presto incominciarono gli addestramenti di  numerosi battaglioni di paracadutisti. Arrivano anche i primi tre aerei CA. 133 ed il primo lotto di paracadute "Salvador D.39, e alcuni teloni a scivolo prestati dal Corpo Nazionale VV.FF. viene montata la torre di lancio alta circa 60 metri trasportata dalla piazza d'armi del campo Parioli fino a Tarquinia. 

La "torre" era un vero banco di prova per i futuri paracadutisti,  la selezione era molto ferrea, (basti pensare che nel 1941 vennero scartati circa il 60% degli "allievi" ed il 50% circa nel 1942).

Giugno 1940, l'Italia entra nel conflitto, occorreva  ridurre i tempi a cominciare dai corsi per istruttori che dagli otto mesi previsti  passarono a solo tre mesi.

Tutti i programmi di addestramento vennero ridotti a causa delle circostanze del momento. Tarquinia comunque riuscì ad organizzarsi lo stesso e a forgiare i migliori Paracadutisti; a questi soldati , diversi dagli altri soldati per  disciplina, mentalità ed iniziativa, gli si poteva chiedere di tutto, anche l'impossibile.  I loro ufficiali rappresentavano una èlite d'eccezione, per preparazione, capacità, affidabilità e qualità umane; molti di loro avevano esperienza di guerra e sudate e meritate decorazioni. Anche i sottoufficiali erano per lo più reduci di guerra ed avevano una solida esperienza e capacità professionale.

Tutti questi uomini erano legati tra loro da un immenso entusiasmo, fede e volontà, e non vedevano l'ora  di combattere per dare il proprio contributo al Paese.

Nel frattempo al comandante della Scuola Col. Baudoin veniva affiancato il Ten. Col. di fanteria Augusto Saltamacchia, il Ten. Col. del Genio Alberto Bettica a capo dell'Uff. Studi e Esperienze, il Magg. Pilota Dante Salvetat a capo del reparto volo, il Magg. dei Bersaglieri Giovanni Verando a capo dell'Uff. Addestramento, il Capitano dell'Aereonautica Mikalef a capo del servizio sanitario.

Nel novembre 1940 il paracadute D.39 viene soppiantato dal IF.41/SP idoneo ai lanci in massa dei paracadutisti; nella primavera del 1941 arrivano a Tarquinia i primi SM.82, più capienti e veloci.

Si forma il 1° Btg. Carabinieri paracadutisti (Ten. Col. Bixio Bersanetti), sempre nel 1941,  ad aprile nasce il 1° Reggimento Paracadutisti (Col. Bignami Riccardo) con i  battaglioni  2° - 3° - 4° (Magg. Alberto Bechi-Luserna)- coadiuvati dalla Compagnia cannoni da 47/32. Le  armi erano : il moschetto mod. 1891, il fucile Breda mod. 30, la mitragliatrice Fiat  mod. 35, la mitragliatrice Breda  mod. 37.

Inizia l'addestramento anche uno speciale reparto della Marina tratto dal Rgt. di fanteria da sbarco S. Marco; si tratta di uomini esperti nuotatori e paracadutisti che vengono addestrati ad azioni particolari  al comando del Ten. di Vascello oss. Conti Giulio Cesare.

Tra il 1941 e il 1942 vennero costituiti il 5° Btg.(Magg. Giuseppe Izzo), il 6° Btg. (Magg. Giovanni Taffiorelli), il 7° Btg.(Ten. Col. Marescotti Ruspoli) sotto il 2° reggimento (Col.  PietroTantillo ) e il 3° reggimento (Col. Parodi Giannetto con il 9° Btg.(Magg. Aurelio Rossi), il 10° Btg. (Cap. Amleto Carugno), l' 11° Btg. (Cap. Luigi Caforio),  e l' 8° Btg. guastatori al comando del Magg. Giulio Burzi. 

Questa imponente forza di aviotruppe stava diventando una concreta realtà, sia per la sua consistenza che per le  prospettive strategiche  di utilizzo nella operazioni di guerra nel Mediterraneo. 

Il primo settembre 1941 lo SM/RE -  Ufficio Ordinamento - costituiva e inseriva formalmente in organico la PRIMA DIVISIONE PARACADUTISTI. Questa nuova G.U. di aviotruppe doveva inizialmente avere un organico di circa 7.500 uomini di cui circa 6.500 composto da paracadutisti e il resto da militari addetti ai servizi. Il comando dell'unità spettò al Generale di Divisione Enrico Frattini .

L'Unità venne poi suddivisa in centri addestrativi e trasferita fra l'Alto Adige, il viterbese, il casertano, il fiorentino. Nel mese di giugno/luglio 1942  la 1° Divisione venne trasferita nelle Puglie tra Ostumi e Ceglie Messapico per un ciclo finale di addestramento in previsione di un prossimo impiego operativo con l'operazione C.3 (occupazione di Malta). A queste importanti e imponenti operazioni aviolancistiche,  partecipavano tutte le FF.AA., complessivamente erano stati mobilitati più di 65.000 uomini coadiuvati da una divisione paracadutisti tedesca comandata dal Gen. Ramcke . 

Venne costituito il Corpo d'Armata Aviotrasportato formato con la Divisione paracadutisti italiana, la 7° Fallschirmjager germanica , la Div. Ftr. Aviotrasportabile "La Spezia" e altri reparti minori. 

Il piano per l'invasione di Malta prevedeva lanci notturni e all'alba e successivamente sbarchi via mare di reparti speciali appoggiati da cannoni e mezzi corazzati.

Ma poi l'invasione fu prima rinviata e poi annullata.(fu il più grande errore strategico commesso dall'Asse nel Mediterraneo grazie anche al miraggio di Rommel di proseguire l'avanzata verso l'Egitto).

Verso la fine del 1942, tutta l'organizzazione venne così  disciolta e ridimensionata.